Ciao! Io sono Samuele Ripani e sono un fotografo ritrattista. Oggi sono qui a La Bussola del Fotografo per parlare un pò di come scegliere una buona location per una sessione di ritratto.
Chi è Samuele?
Sono nato nel 2001, a San Benedetto del Tronto. Lì ho seguito prima un corso base di fotografia, poi uno avanzato. Ora vivo a Roma e studio all’Accademia di Belle Arti.
Qualche volta organizzo incontri one-to-one per chi vuole sapere qualcosa in più riguardo la mia fotografia e come realizzo i ritratti. Il primo corso che ho organizzato è stato quello nel liceo linguistico che ho frequentato e devo dire che mi ha dato molte soddisfazioni.
Nel giro di pochi anni dall’inizio del mio percorso, ho accumulato circa una quindicina di pubblicazioni su diverse riviste di fotografia (italiane, americane, ma anche un po’ in giro per il mondo).
Da aprile a giugno 2022 potrete trovare alcune delle mie foto alla mostra VeniceArt 2022 di Venezia.
I miei ritratti
Mi sono dedicato ai ritratti molto tempo dopo aver iniziato a scattare fotografie. Infatti, all’inizio la mia produzione era molto più incentrata sulla street e sulla paesaggistica.
Quando ho iniziato a scattare ritratti a primo impatto i risultati non erano dei migliori (per non dire deludenti). Oltre alla tecnica durante la fase di scatto, percepivo qualcosa che “non andava” in ciò che stavo creando, in ciò che volevo comunicare.
È iniziata quindi una ricerca molto più profonda e ricca di esperimenti.
Mano a mano, sentivo che la mia creatività riusciva finalmente a trovare un’espressione migliore, sia che io la impiegassi per diletto, che per sfogo interiore. Poi, il mio carattere fortemente autocritico mi ha condotto a una ricerca sempre più complessa di uno stile che puntasse a manifestare proprio quella che è la mia interiorità e che tendesse all'intimo: per questo, difficilmente i miei ritratti sono realizzati dopo uno studio dedicato, al contrario, nascono quasi di getto, come “idee improvvise”.
Oggi è diventato qualcosa di cui non posso assolutamente fare a meno.
Chi, Cosa e... Dove?
Tra tutti i generi, il ritratto fotografico è quello che ritengo più interessante e per questo, come tutto ciò che è interessante, è anche il più complesso.
Spostarsi da una tipologia all’altra non è mai facile, figuriamoci ritrovarsi a dover pensare d’un tratto a ogni minuscola parte di ciascuna foto! Questo perché soprattutto nei ritratti i piccoli dettagli faranno sempre la differenza. Gli occhi, l’intensità dello sguardo, la posa, i colori... e molte altre cose, ma al primo posto tra questi “piccoli” dettagli permette a tutti quanti gli altri di prendere forma: il LUOGO.
Lo sfondo è forse l’elemento più importante in un ritratto, lo considero quasi il 70% di una buona foto. Una luce più dura rispetto a una più morbida, la composizione dell’immagine, la posa del soggetto, l’outfit e molto altro sono dettagli che sì sono importanti, ma gravitano tutti intorno al “dove” in cui si andrà a realizzare quegli scatti.
La location non è mai qualcosa da dare per scontato!
Te la immagini una foto stile Halloween, con zombie, scheletri e streghe... in un campo di margherite in una bella giornata di sole? O al contrario, una bella foto di famiglia con dei bambini che corrono felici...in una casa abbandonata e terrificante? Io personalmente ci vedrei qualcosa che non funziona.
Studiare uno shooting dal Dove ti permette di inserire correttamente Chi, Cosa, Perché nel migliore dei modi, sempre seguendo il tuo istinto e i tuoi gusti. Provare per credere!
(Se ti è piaciuta l’idea degli zombie nei campi fioriti e felici, spero me la invierai perché sono curioso del risultato)
Qualche consiglio
Per capire meglio come funziona un certo ambiente outdoor puoi provare a fare dei sopralluoghi da solo presentandoti qualche giorno prima alla stessa ora in cui pensavi di scattare, fare due scatti di prova, fare una camminata un pò più lunga di quella prevista per studiare qualche luogo interessante nei paraggi (avere un piano B non è mai una brutta idea).
Se il luogo dove si terrà lo shooting non è facile da raggiungere e potrai andare solo durante il set vero e proprio, ovviamente puoi sperimentare in qualche posto simile che hai vicino.
Per la luce devi calcolare con anticipo i tempi (il Sole può essere imprevedibile), e controllare in continuazione più siti possibili del meteo (magari una settimana intera c’è il sole e quando devi scattare la domenica piove a dirotto... noi non vogliamo questo accada vero?).
In base a ciò che vuoi comunicare, puoi scegliere il tipo di luce che userai. Una luce più dura darà un effetto più drammatico rispetto a una foto più morbida, in cui il viso del soggetto risulterà meno “carico”. La direzione da cui proviene la luce ti aiuterà a giocare con le ombre
Se vuoi che il soggetto diventi “parte” del luogo in cui entrambi vi trovate, prova a chiudere il diaframma. Ti permetterà di avere più profondità di campo e vedere meglio ciò che vi circonda.
A tuo gusto, scegli la temperatura colore (cioè se i colori dovranno avere una tonalità più arancione o più bluastra) che meglio ci vedi con il posto in cui stai scattando. Una luce calda per esempio è più adatta in un campo in campagna durante la Golden Hour, una più bianca magari per foto più concettuali, minimaliste o in studio, una più fredda per posti più scuri e “sinistri”.
Presta particolare attenzione a questa temperatura colore, è ciò che più aiuta il “mood” del tuo ritratto. Alle volte può davvero fare la differenza.
Il resto sta a te! Divertiti come meglio puoi con colori, pose, effetti come mossi, sfuocati e cornici. Sperimenta e lanciati, sfrutta l’ambiente come meglio puoi.
Se vuoi qualche dritta in più
Da ritrattista, prediligo molto più gli spazi chiusi rispetto agli aperti (il che non significa per forza uno studio fotografico ultra professionale). Oltre a un miglior controllo della luce, una comune stanza in casa mi permette di entrare meglio in sintonia con la persona che sto ritraendo. La speranza è quella di catturare l’anima di qualcuno che solo un luogo amichevole e caldo come un salone (magari con della musica che piace a entrambi) riesce a tirar fuori.
Preferisco le luci morbide, perché non contaminano troppo il viso e si sposano molto bene con colori spenti o freddi. Amo ritrarre con diaframmi “esageratamente” aperti. Voglio staccare il soggetto il più possibile, voglio che la persona che ritraggo sia la sola ed unica ad esistere nella mia foto.
Ricorda però!
Il soggetto che ritrai prima di tutto è una persona, ha una testa che pensa. E come tutti ha paura di mostrare la propria fragilità al primo che passa.
Puoi essere un mago della tecnologia, saper usare tutte le macchine fotografiche del mondo e conoscerne tutti i dati tecnici a memoria, ma se non riesci a far sentire una persona al sicuro e apprezzata per quello che ti sta aiutando a creare, si chiuderà come un riccio e potrai stare ore e ore a fare foto solo all’ombra di quello che le persone possono aiutarti a fotografare. Mettersi d’accordo sul tipo di ritratti da fare e dove, organizzando tutto il resto insieme, aiuta chi hai davanti a sentirsi partecipe di ciò che state costruendo, tirando fuori il meglio di entrambi.
Buona luce!
Dove puoi trovarmi
Pubblico nuovi ritratti e news su Instagram, che ora uso come portfolio e dove puoi scrivermi per fare due chiacchiere se ti va!
IG: @ripans.ph
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